Legislazione
Altri siti bloccati mentre il governo continua a reprimere i siti illegali in Brasile
By James - 3 febbraio 2025
Tra ottobre 2024 e gennaio 2025, il Ministero delle Finanze, attraverso l’ Segretario dei Premi e delle Scommesse (SPA) ha determinato il blocco di 9,600 siti web di scommesse illegali in Brasile.
Un rapporto di Valor Econômico sottolinea che la repressione dei siti illegali è iniziata nell'ottobre dell'anno precedente, quando è stata presentata alla Corte Suprema degli Stati Uniti la lista iniziale, che comprendeva oltre 2,000 domini. Agenzia nazionale delle telecomunicazioni (Anatel)Poco dopo, il 31 ottobre, è stata inviata all'agenzia anche una seconda lista con 1,443 siti.
In dicembre la SPA e la Agenzia nazionale delle telecomunicazioni (Anatel) formalizzato un Accordo di Cooperazione Tecnica (ACT) per accelerare e ottimizzare il blocco dei siti web che sfruttano illegalmente le scommesse a quota fissa. L'obiettivo principale di questa misura è creare un flusso di informazioni rapido e diretto tra le istituzioni, riducendo i costi operativi e rafforzando la supervisione nel settore. Il Segretario dei Premi e delle Scommesse Regis Dudena, ha affermato all'epoca: "Anatel è già un partner molto rilevante da quando abbiamo intensificato la nostra lotta contro l'illegalità . Ora, con l'ACT, questa relazione sarà ancora più fluida ed efficiente, il che rappresenta un guadagno per il Paese nella sfida di ripulire il settore delle scommesse da gruppi opportunisti e malintenzionati".
Attualmente, solo 76 aziende sono state autorizzate a operare nel Paese, di cui 70 regolamentate dalla SPA e sei autorizzate in base a sentenze giudiziarie.
Oltre al blocco ISP a partire dal 1° gennaio 2025, gli operatori devono avere un dominio del sito web che termina con "bet.br" per facilitare l'identificazione da parte degli utenti. Inoltre, il Brasile ha implementato misure severe contro gli operatori privi delle licenze necessarie. Gli operatori che non hanno una licenza dovranno affrontare pesanti sanzioni secondo l'Ordinanza 1,233, pubblicata alla fine di luglio, che include una multa di R$ 2 miliardi e il divieto di richiedere una licenza per un massimo di 10 anni.