Il Forum Nazionale dell'Industria propone una tassa selettiva del 15% sulle scommesse online in Brasile
Un manifesto del Forum nazionale dell'industria (FNI), un organo consultivo dell' Confederazione Nazionale dell'Industria (CNI) ha suggerito l'istituzione di una tassa selettiva sulle scommesse.
Il documento intitolato “Per la tassazione delle scommesse” propone di applicare un'imposta del 15% sull'importo scommesso al momento delle scommesse online, simile alla tassazione su sigarette e bevande alcoliche. L'intenzione è che i fondi raccolti finanzino iniziative nei settori della sanità e dell'istruzione. L'imposta si chiamerebbe CIDE-Scommesse e bilancerebbe la tassazione tra le scommesse online e altri settori economici. La misura sarebbe temporanea e sarebbe in vigore fino al 2027, quando verrebbe sostituita dall'imposta selettiva prevista dall'art. la riforma fiscale attualmente all'esame dei legislatori.
"Il nostro obiettivo è garantire equilibrio ed equità fiscale a chi investe nel futuro del Brasile. Mentre il settore produttivo è soggetto a un elevato carico fiscale, il mercato delle scommesse digitali, in rapida crescita, paga molte meno tasse e continua a drenare risorse dall'economia reale", ha affermato. Il presidente del CNI Ricardo AlbanSe approvato quest'anno, CIDE-Bets ha il potenziale per generare 8.5 miliardi di R$ di entrate entro il 2026, ha affermato l'organizzazione.
L'FNI sostiene che il settore manifatturiero è soggetto a uno degli oneri fiscali più elevati del Paese, raggiungendo il 46.2% per il settore manifatturiero, rispetto alla media nazionale del 25.2%. Al contrario, le attività di scommesse sono tassate come qualsiasi altra azienda, soggette all'imposta sul reddito delle società (IRPJ), al contributo sociale sull'utile netto (CSLL), all'imposta di integrazione sociale (PIS/COFINS) e all'imposta sui servizi (ISS).
Secondo il manifesto, l'unica differenza è l'imposta del 12% sui ricavi derivanti dalle scommesse, escluse le vincite pagate. Le vincite degli scommettitori sono tassate al 15%, un'aliquota inferiore rispetto alle plusvalenze e agli investimenti finanziari, che vanno dal 15% al 22.5%, rivelando un trattamento fiscale più permissivo per il settore delle scommesse.
L'organizzazione sostiene che la misura, aumentando il costo immediato delle scommesse, scoraggerebbe anche la dipendenza e potrebbe ridurre il volume totale delle scommesse, passando da oltre 70 miliardi di R$ a 56.6 miliardi di R$ all'anno.
