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Legislazione

I piani per raddoppiare l'aliquota fiscale sono "fuorvianti", afferma l'ANJL

L'Associazione Nazionale dei Giochi e delle Lotterie (ANJL) ha rilasciato una dichiarazione in cui esprime la sua "estrema preoccupazione" in merito alla recente proposta di raddoppiare la tassazione degli operatori. L'ANJL sostiene che questa misura non solo giunge al momento sbagliato, ma è anche fondamentalmente errata, in quanto potrebbe influire negativamente sul mercato regolamentato e portare a un aumento del gioco d'azzardo illegale. L'associazione ha sottolineato l'importanza di mantenere un approccio equilibrato alla tassazione al fine di incoraggiare la crescita, affrontando al contempo le preoccupazioni per la salute pubblica legate alla dipendenza dal gioco d'azzardo.

Classificando la misura come “tecnicamente fuorviante”, l’ANJL ha affermato che: “Raddoppiare l’aliquota sulle entrate incoraggia la crescita del gioco d’azzardo illegale, compromette le entrate fiscali e minaccia la sostenibilità degli operatori autorizzati, soprattutto in un momento in cui il mercato regolamentato si sta consolidando sotto il nuovo quadro normativo”. L’associazione ha anche affermato che la cifra di “2 milioni di giocatori d’azzardo dipendenti” citata dal vice Lindbergh Farias, che ha presentato il disegno di legge, era “sbagliato” e “fittizio”.  

"Il settore riconosce il problema e adotta misure preventive, tra cui limiti alle scommesse, campagne educative e monitoraggio dei rischi. Alla luce di ciò, l'ANJL ritiene che il disegno di legge manchi di fondamento tecnico e sociale e appaia come un mero tentativo di distogliere l'attenzione dalle discussioni cruciali in corso al Congresso. L'associazione denuncia misure che scoraggiano gli investimenti e mettono a repentaglio la credibilità della nuova regolamentazione, un settore riconosciuto dal governo come strategico per lo sviluppo del Paese".

A luglio, mentre il governo stava valutando l'aumento delle tasse dal 12% al 18% del reddito lordo del gioco d'azzardo (GGR), l'ANJL ha avvertito che il Paese avrebbe potuto perdere oltre 2.8 miliardi di R$. L'impatto maggiore sarebbe stato sui canoni di concessione, con perdite previste di 2.4 miliardi di R$, poiché molti operatori avrebbero scelto di non entrare nel mercato brasiliano. A ciò si sarebbe aggiunta una riduzione di 400 milioni di R$ dovuta ai depositi in titoli pubblici federali che le aziende avrebbero dovuto effettuare nell'ambito del processo di legalizzazione. ANJL ha detto all'epoca.

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